I laureati italiani faticano a trovare lavoro: penultimo posto in Europa
I dati Eurostat restituiscono un’immagine negativa del tasso di occupazione dei laureati italiani tra i 20 e i 34 anni. Se la media europea è dell’85,5%, i giovani che hanno ottenuto un titolo di laurea e hanno trovato un lavoro, nel 2018 e in Italia, è del 62,8%. Si tratta di ragazzi che non sono impegnati né nel proseguimento degli studi né in alcun percorso di formazione.
L’unico Paese dell’Unione che mostra dei numeri peggiori è la Grecia, dove la percentuale di laureati con un impiego tra i 20 e i 34 anni è del 59,0%. Ma l’Italia si trova addirittura dietro Paesi come la Croazia (75,2%), la Spagna (77,9%) e Cipro (81,3%). Sul podio d’Europa ci sono Malta, dove lavora il 96,7% dei giovani laureati, i Paesi Bassi (94,8%) e la Germania (94,3%).
In generale, l’andamento europeo è in crescita. L’Unione ha fatto registrare un miglioramento del +0,6% rispetto al 2017 (i dati pubblicati si riferiscono al 2018). La situazione attuale è molto vicina ai livelli pre-crisi: rispetto al punto più alto del tasso di occupazione dei giovani laureati, l’86,9% riscontrato nel 2008, adesso l’Europa si trova solo dell’1,4% sotto quel record.
Tuttavia i neolaureati hanno registrato tassi di occupazione maggiori e sono stati generalmente meglio protetti dai rischi della disoccupazione giovanile rispetto ai loro coetanei che sono entrati nel mercato del lavoro con un livello di istruzione inferiore. Questo dato è testimone del fatto che un titolo di laurea è utile all’interno del mercato del lavoro e di come i laureati siano in grado di reagire meglio ai mutamenti del mercato stesso, disponendo di strumenti culturali e professionali più adeguati.